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Wednesday, January 26, 2011

Né/Sia di Destra né/sia di Sinistra

Mi riprometto sempre di non perdere il mio tempo a ripetere cose che sono note da decenni, se non secoli. Ma pare che in un'Italia anestetizzata da una rimbombante dittatura della (presunta) maggioranza, anche le cose più ovvie sono bellamente dimenticate, o bollate in vario modo: comuniste, di sinistra, finiane, antiberlusconiane, anti-italiane, e una serie di epiteti meno ideologici e più offensivi.

Faccio un esempio: i miei amici francesi non fanno che ripetermi che "se una persona è senza un tetto, è anche un problema mio." La tentazione di etichettare il discorso come ideologico, comunista, utopico è forte, ma sarebbe solo il risultato di una analisi banale, che mi vergogno quasi a fare, non fosse che credo che anche le analisi banali, al giorno d'oggi, serve ripeterle.

Il ragionamento è questo: se ci sono persone senza casa, senza soldi, senza futuro, questo avrà implicazioni sulla società futura, sull'economia (non comprano e non producono), sulla sicurezza (saranno indotti a delinquere), sulla politica (spesso con norme repressive), e così via. Anche a essere individualisti e guardare solo alla nostra famiglia, affrontare il problema sul lungo termine conviene, ne vale del futuro nostro, dei nostri figli e dei nostri nipoti. E non centrano niente discorsi di solidarietà, uguaglianza, giustizia, temi tabù nel berlusconismo, centri solo tu, il tuo futuro, e quello della tua famiglia.

Si tratta, in soldoni, di puntare alla pace sociale, che è l'unico modo di realizzare, o approssimare, quello che la democrazia è, ovvero un sistema che permette il cambiamento senza violenza.

Mi scuso per questa serie di banalità.

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