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Sunday, October 10, 2010

Politica in cucina


Stavo cercando di scrostare la padella dall'uovo cucinato un paio di giorni fa. Non riuscivo a evitare gli schizzi d'acqua che dal bordo della pentola finivano sul ripiano, e più cercavo soluzioni al problema, più ogni goccia che finiva fuori del lavandino mi faceva incazzare. Se va avanti così dovrò pulire il ripiano in tre, forse due settimane.

Capisco che questo possa sembrare un'inezia, ma stava proprio diventando un'ossessione. Mi pareva che l'unica soluzione fosse di tornare alla contrapposizione originale tra rivoluzionari e reazionari. La discussione politica oggi sì concentra solo su questioni personali, dettagli in cui non sì capisce il fondamento metodologico, proposte di soluzioni a problemi che non sottintendono nessun modello di società, che poi implicherebbe una visione strategica che va al di là dell'accontentare poteri di tipo lobbistico per salvaguardare posizioni individuali.

La politica dovrebbe sfruttare la contrapposizione di frange conservatrici, il cui obbiettivo, in ogni istante, è quello di rafforzare il sistema corrente, e frange progressiste, che vogliono cambiare i fondamenti della società per bilanciarne i poteri su equilibri diversi.

Non sarebbe una politica bipartitica, ma bipolare sì. E probabilmente i progressisti sarebbero naturalmente più litigiosi dei conservatori.

Non riuscendo ad eliminare le croste di albume dal pentolino, decisi allora di usarlo lo stesso per cucinare, che tanto la cottura i germi li uccide in ogni caso.

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