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Thursday, January 29, 2009

Stato di immigrazione

Sono un immigrato. Straniero in terra straniera per guadagnarmi un pezzo di pane, ma anche per cercare di dare una svolta positiva alla mia vita, anche per vedere il mondo, perché no? Quando sono partito mi consideravo giovane, ora lo sono meno, sebbene il peso degli anni non pesi molto sulla mie spalle, quanto sulle prospettive di un ritorno nella mia patria. Ebbene sì, avevo intenzione di tornare, e ce l'ho ancora. Più passa il tempo, però, più ho la sensazione che mi tocchi restare qui. Non la vivo bene questa cosa: mi manca la mia terra, i miei amici, la mia famiglia. Mi manca anche la possibilità di fare qualcosa di concreto per il mio paese, in questi ultimi anni in balia di problemi politici ed economici a cui l'odierna classe politica pare non saper -e voler- dare risposte.
Mi ero posto un obiettivo. Al suo compimento me ne sarei ripartito. L'obiettivo si allontana sempre più, come la data del rientro. E più si allontana più difficile sarà il rientro in un paese soffocato dalla crisi economica, con uno stato sociale in via di smantellamento, una classe politica che sta torcendo la costituzione e le istituzioni ai loro fini che poco hanno a che fare con la democrazia.
Sono un ricercatore e vivo negli Stati Uniti.

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