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Saturday, January 31, 2009

Chi ha inventato il cellulare?

Sto riflettendo sul futuro in questi giorni, come si può intuire dal mio post precedente. Sul futuro e la possibilità di immaginarlo.
Il telefono cellulare è un esmepio molto illuminante. Pare che nessun scrittore, o più genericamente visionario, abbia immaginato il cellulare. Sistemi di comunicazione avanzati, e ancora oggi fantascientifici, sono stati presentati in varie occasioni. Il più tipico esempio sono i walkie-talkie di Star-Trek e affini. Si trattava di strumenti per comunicazioni istantanee a distanze arbitrarie, ma sempre e comunque di sistemi di comunicazione dedicati. Non era possibile chiamare la moglie del capitano Kirk, quando lui era in missione sul pianeta Kraffen, e chiederle di uscire con te. Oggi si potrebbe pensare di poterlo fare: lei avrebbe un telefono e, magari, andando sulla pagina facebook di James T. Kirk, fare click e chiamarne la moglie. Lo sceneggiatore di Star Trek mi avrebbe deriso fino all'infarto.
Perchè? Espongo la mia teoria: il cellulare è una illusione. Mia nonna Agnese non è mai riuscita a capire che il mio cellulare non si collegava direttamente con il cellulare o il telefono fisso di quelcun altro. Il segnale della mia chiamata arriva a una antenna non troppo lontano da dove mi trovo, passa in qualche altro sistema, entra in una centrale, cerca la posizione dell'altro telefono e inoltra la richiesta. Si potrebbe quai pensare che il cellulare non sia del tutto wireless, se si esce dal raggio di azione delle antenne si è semplicemente tagliati fuori. Il cellulare, per quanto sofisticato sia, ha bisogno di una infrastruttura molto complessa e costosa, distribuita ovunque. Il discorso vale anche per il cellulare satellitare. Insomma, non si tratta di una tecnologia locale.
Mi spiego meglio.
Il tipico scrittore di fantascienza pare faccia fatica a immaginare cambiamenti così radicali. Il pianeta Terra è oggi cosparso di antenne, posizionate non da governi ma da imprese private (i governi danno al più le licenze). Un numero sorprendente di connessioni collega quasi ogni punto del mondo con una decente densità di popolazione, perché ne ricavano un margine di profitto. Qualcosa del genere non avrebbe mai potuto avvenire su sola spinta governativa.
Possiamo immaginare basi lunari, o città su Marte sotto enormi cappe di vetro, ma facciamo più fatica a immaginare un intero sistema globale/interplanetario costruito solo su basi economiche. In Doom3, Marte è sede di una struttura scintifico-economica organizzata come una specie di città a settori (idea vecchia come il genere fantascientifico stesso). La proprietà della struttura è di una compagnia che vende i propri prodotti all'industria delle armi, ai governi, etc. Con questo intendo una invenzione locale, centralizzata, un semplice rapporto a due, chi vende e chi compra. Il cellulare, o internet, è una realtà difficile da descrivere anche oggi che queste tecnologie sono realtà, e magari sono solo tecnologie a livello embrionale, chissà. Ma quello che sarà il futuro non è deciso in una pianificazione centralizzata, ma da complessi fenomeni di interazione e un continuum nell'evoluzione tecnologica.

1 comment:

  1. Ottimo esempio di come la realtà spesso superi la fantasia più sfrenata.
    Complimenti per l'analisi: credo che proprio che agggiungerò questo blog fra quelli che seguo!

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